Cos'è il 'Marxismo culturale'?

Stop al Marxismo culturale


La Scuola di Francoforte.

Come una banda di criminali travestita da intellettuali di accademia è riuscita a distruggere una civiltà.


L accentata marrone

opinione secondo la quale le ideologie siano inesorabilmente tramontate è molto diffusa. Una osservazione più attenta permette di sfatare questa affermazione. Queste, lungi dall’essere il prodotto culturale di una epoca passata di cui si tramanda un nostalgico ricordo, sono ben presenti e attive anche nell’epoca attuale e ignorarle può essere estremamente pericoloso e condurre a errori di valutazione madornali. La fine delle ideologie, in realtà, è un diversivo strategico per indurre a sottovalutare la capacità offensiva di alcune idee devastanti che surrettiziamente continuano a diffondersi e a radicarsi profondamente nella civiltà euro nordamericana contemporanea con l’intento di distruggerla dall’interno. Il mainstrem ideologico della socialdemocrazia non potendo più puntare sulle teorie economiche marxiste le converte da tempo in termini umanistico culturali attraverso le teorie del corrosivo ‘Marxismo culturale’.

Herbert Marcuse - «Il concetto di oscenità appartiene al lessico dei poteri precostituiti…»
Herbert Marcuse – «Il concetto di oscenità appartiene al lessico dei poteri precostituiti…»

Il Marxismo culturale ha già dato prova della sua efficacia destabilizzante e antisistema provocando a ogni decennio colossali catastrofi sociali. In Italia questi teoremi sono stati proposti e sviluppati già da Antonio Gramsci ma è nella Scuola di Francoforte che hanno trovato la massima espressione e si sono tradotte in concrete operazioni per orientare il pensiero delle masse nel modo voluto dai filosofi divulgatori di questa dottrina politica e dai socialdemocratici che l’hanno sistematicamente applicata.


Per il ‘Marxismo culturale’ la civilizzazione europea doveva essere distrutta e le identità etniche dei popoli europei essere annientate


Il Marxismo culturale è la risposta alla mancata insurrezione rivoluzionaria delle masse lavoratrici in Europa. Gli intellettuali comunisti (in particolare l’ideologo di Sinistra György Lukács) individuarono proprio nella cultura europea il principale ostacolo alla possibilità di instaurare un nuovo ordine marxista. Quindi la civilizzazione europea doveva essere distrutta e le identità etniche dei popoli europei essere annientate. Gli strumenti concettuali per realizzare questo obiettivo sono stati elaborati nell’ambito del Marxismo culturale, i cui effetti di conflitto sociale strisciante oggi sono macroscopicamente visibili con le immigrazioni di massa, le stragi terroristiche di matrice religiosa e le costose politiche di ‘welfare globalizzato’ con pressione fiscale crescente e debito pubblico insanabile.

Theodor Adorno and Max Horkheimer - How to destroy Western Civilization
Theodor Adorno and Max Horkheimer – Pensano a come distruggere la Civiltà occidentale

Sia il ‘Marxismo economico’ sia il ‘Marxismo culturale’ sono ideologie totalitarie che promuovono verità contrarie all’esperienza umana. Affinché si possano comunque affermare occorre che siano imposte a tutti i cittadini dalla forza obbligatoria dell’autorità dello Stato. Questo obiettivo è raggiunto con l’insediamento nei Parlamenti, nelle Magistrature e nelle Università pubbliche per propagandare o per sopprimere d’imperio ogni opinione di dissenso con qualsiasi strumento repressivo la pubblica autorità metta a disposizione (stigmatizzazione politica, basso voto di profitto negli studi universitari o pene detentive ed economiche per reati di opinione da versare favore di gruppi fiancheggiatori promotori del business delle class action). Il Marxismo culturale sposta il fulcro della lotta dalla ‘Storia’ del controllo industriale dei mezzi di produzione ai ‘gruppi sociali’ che per sesso, etnia o altro status possono esercitare il potere su altri gruppi determinandone il comportamento o il modo di essere in società. In base a queste classificazioni li suddivide poi aprioristicamente in perseguitati (per esempio i ‘non bianchi’, le femministe e gli omosessuali ecc.) e in persecutori (sempre i ‘bianchi’). Lo strumento per l’esproprio proletario non è più la rivoluzione violenta e armata bensì i sussidi (ottenuti con imposizioni fiscali fortemente progressive) a favore di questo o quel gruppo che, secondo la scala di valori dei marxisti culturali, è il più confacente ai propri programmi protesi a disorientare le folle che non capiscono cosa stia realmente succedendo e dei perché tutto sembra andare inspiegabilmente all’incontrario di come dovrebbe.

La liberazione dei costumi sessuali
La liberazione dei costumi sessuali

L’apoteosi del ‘Marxismo culturale’ culmina con la decostruzione cioè la messa in crisi quei valori nei quali le singole persone ripongono tutte le proprie certezze. Ogni aspetto dell’ordine sociale è messo in discussione e se ne riscrivono da capo i precetti attraverso un sistema di rivoluzioni senza freni dove tutto è possibile. La rivoluzione sessuale, per esempio, che introduce l’omossessualità di massa per creare mondi separati e non comunicanti tra maschie femmine. La rivoluzione della famiglia con il matrimonio di individui dello stesso sesso che possono allevare minori adottivi anche in tenerissima età.

Le adozioni degenerate degli omosessuali
Le adozioni degenerate degli omosessuali

La rivoluzione dell’Arte dove il ‘brutto’ entra a pieno titolo nelle creazioni artistiche ispirate dalle allucinazioni indotte da droghe o altre sostanze stupefacenti. La rivoluzione delle politiche giudiziarie per la repressione della criminalità ispirata a criteri premiali per i rei e in danno delle vittime innocenti.


L’apoteosi del ‘Marxismo culturale’ culmina con la decostruzione


Negli Anni Trenta gli insegnamenti della Scuola di Francoforte non erano in sintonia con i programmi formativi dei nazionalsocialisti tedeschi è fu costretta a trasferirsi. La meta finale, dopo alcune tappe di pellegrinaggio, dove fu chiesto loro cortesemente di andarsene, non fu l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), dove il marxismo già esplicava pienamente i suoi effetti, bensì gli Stati Uniti d’America (USA), dove ebbe modo di provocare con il tempo la drammatica compromissione del tessuto sociale alla quale assistiamo oggi.

Barack Obama - USA Il Paese dove tutto è possibile
Barack Obama – USA Il Paese dove tutto è possibile

Il Marxismo culturale della Scuola di Francoforte, con i suoi progetti di degrado dei valori morali della cultura occidentale, è stato poi nuovamente catapultato dall’America all’Europa da dove era stato cacciato decenni prima. Le orme di questo percorso sono perfettamente tracciabili attraverso le impronte lasciate dai suoi esponenti di spicco. Herbert Marcuse costruì l’impianto teorico per la rivoluzione studentesca degli Anni Sessanta coniando la frase: «Fate l’amore, non la guerra». Marcuse aveva ben compreso che gli strumenti coi quali distruggere la cultura occidentale erano il sesso (promiscuità, omosessualità), la droga (spaccio, narcotraffico) e il rock-and-roll (stordimenti della coscienza).


Per Sigmund Freud la cultura occidentale è una malattia psicologica da curare con le sue tecniche psicoanalitiche


Herbert Marcuse (parafrasando) - «Vi farò vedere io come si rovescia l’Occidente».
Herbert Marcuse (parafrasando) – «Vi farò vedere io come si rovescia l’Occidente».

L’impatto sociale della Scuola di Francoforte, composta da filosofi e sociologi tedeschi di origine ebraica (Theodor Adorno; Max Horkheimer; Herbert Marcuse; Alfred Sohn-Rethel; Leo Löwenthal; Franz Neumann; Franz Oppenheimer; Friedrich Pollock; Erich Fromm; Alfred Schmidt; Jürgen Habermas; Oskar Negt; Karl A. Wittfogel; Susan Buck-Morss; Axel Honneth; Franz Borkenau; Walter Benjamin), è stato incrementato anche dagli apporti di altri intellettuali e uomini di cultura delle stessa matrice che esercitarono una forte influenza su di essa come Max Weber e Sigmund Freud. Sigmund Freud, in particolare, ha contribuito a definire la cultura occidentale (cioe dei popoli ‘bianchi’) come una malattia psicologica da curare con le sue tecniche psicoanalitiche, le quali, come dimostrato dopo anni di sperimentazione scientifica, conducevano i pazienti al suicidio.

Il Marxismo culturale probabilmente non ha ancora integralmente compromesso la civilizzazione europa ma sta arrivando velocemente a ottenere i risultati tanto auspicati dalla Scuola di Francoforte. La decostruzione che sarà operata dal sottoproletariariato multiculturale presto colpirà anche le istituzioni democratiche e con essa anche la civiltà che quell’ordine sociale con difficoltà aveva costruito.

L'aspetto più offensivo di questa vignetta è che rappresenta la verità
L’aspetto più offensivo di questa vignetta è che rappresenta la verità

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