Strofe a frammentazione per fare il botto per simpatia.
Queste sono le strofe a frammentazione di una prosa detonante. Cariche di sillabe rimate che esplodono tutte insieme per simpatia. Scarabocchi in un quaderno colpito dal fuoco incrociato che arde e si accartoccia avvolto nei pennacchi di fumose argomentazioni. Costrutti di parole speciose da condannare con la penna capitale. Insulti verbali provocatori, privi di contenuti comprensibili, destrutturati, transumani. Affermazioni avventate, scaturite da un ipertrofico egocentrismo militante, perdente contro le azioni interforze della critica distruttiva. Umilianti troncature dello scrittore maledetto, afflitto dal male di vivere nell’oscurità della notte tra le oziosità, gli stupefacenti e le prostitute, che ora spicca voli pindarici sulle mine antiuomo disseminate tra gli avamposti del disordine costituito o svicola sotto la pioggia delle bombe dei carri armati senza i fiori nei cannoni. Un rifugiato nella letteratura di evasione con la domanda di accoglienza in asilo contro l’ignoranza di ritorno. Uno scapestrato refrattario alla vaccinazione obbligatoria contro le armi di autodistruzione di massa. Ebbro di struggente commozione per l’aroma pungente dei lacrimogeni che fanno percolare dalle gote cocenti gocce di pianto fino alla madre terra. Suolo patrio, punteggiato di crateri arati di fresco dalle armate, per accogliere il seme dell’odio e sotterrare in fosse comuni i cadaveri dei decorati al merito. Il traditore, colpevole per avere sabotato i suoi romanzi raccontando delle storie vere, compatito dalla clemenza della corte e trascurato dalla protezione umanitaria, attende eroicamente sul patibolo che la miccia si consumi, dando fuoco alle polveri dell’esplosivo, alla ricerca di cavare una nuova vena di ispirazione, per un tipo anonimo divenuto straordinariamente brillante. █
Gilberto Bignamini.
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